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Dead Island

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Messaggio  Nortek084 Dom Feb 20, 2011 3:14 pm

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La prima volta che abbiamo sentito parlare di Dead Island era il lontano 2007. All’epoca la polacca Techland, già nota per aver sviluppato Call Of Juarez, vero e proprio sogno ad occhi aperti per tutti gli amanti dei film western, aveva presentato questa nuova IP rilasciando qualche informazione generica e un po’ di materiale in-game, utile per avvalorare la qualità del Chrome Engine, motore grafico ideato dalla stessa software house. Di li a poco tuttavia, se ne persero le tracce, tanto che si penso il peggio, pur non venendo mai annunciata la cancellazione del progetto.
Dopo anni, un favoloso trailer pubblicato come un fulmine a ciel sereno, che potete facilmente visionare in questa stessa pagina, ci ha dato in un colpo solo due conferme: Dead Island è più vivo che mai (e perdonateci il gioco di parole) e per di più ha subito più di un cambiamento nel concept portante.
Pronti a farvi rovinare una paradisiaca vacanza?

Dead Island WAT_1

PAPUA NUOVA GUINEA: PARADISO E INFERNO IN UN COLPO SOLO


Dead Island può tranquillamente definirsi come un interessante punto di incontro tra Dead Rising e Left 4 Dead. Lo è sia perché l’ingrediente principale dell’avventura è rappresentata da orde di simpatici e maleodoranti zombi, sia perché fonde in maniera riuscita, almeno sulla carta, i generi di appartenenza dei due titoli sopracitati. La creatura di Techland può infatti definirsi come un action-RPG-FPS, dove la “S” finale non sta per shooter, bensì per slasher.
Le premesse narrative sono tanto scontate e inflazionate, quanto inusuali per il setting scelto. Il Royal Palms Resort è situato nell’isola di Banoi in Papua Nuova Guinea. Il villaggio turistico addomestica un paesaggio naturale e marittimo da sogno. Sabbia bianca, acqua cristallina, palme, noci di cocco, splendidi edifici moderni, piscine, sale termali, unite a uno staff di animazione internazionale e autoctono sempre disponibile a servire e intrattenere i suoi clienti. Un resort a cinque stelle per una vacanza indimenticabile. Vacanza che diventerà tanto più indimenticabile quando un’improvvisa, inaspettata e misteriosa epidemia, trasformerà la maggior parte dei turisti in affamatissimi zombie pronti a macchiare di rosso sangue le cristalline acque del Pacifico che bagnano le spiagge dell’isola.
La prima carta vincente di Dead Island è proprio relativa all’ambientazione scelta. Niente centri commerciali alla Dead Rising, niente location urbane tanto care alla serie Valve: la violenza e brutalità dell’azione si scontrerà di continuo con l’apparente tranquillità e perfezione del paesaggio naturale che vi circonderà. Ma l’isola di Banoi non sarà un semplice orpello estetico, né tanto meno un’ambientazione alternativa e relativamente inedita per un’invasione zombie. Il gameplay è infatti pesantemente condizionato dalla scelta di costringervi in un resort. Se infatti sperate di risolvere la questione con tanto piombo e polvere da sparo, siete completamente fuori strada. Del resto in quanti villaggi turistici esiste un’armeria di fianco alla sala rinfresco? Esatto: in nessuno. Dead Island rispetta quest’elemento realistico e, sebbene non mancherà la presenza di una o due pistole, per lo più dovrete sopravvivere affidandovi ad armi da taglio e oggetti contundenti trovati casualmente girovagando per il resort. Sì, state pensando bene: fa tanto Dead Rising. Eppure dove il capolavoro di Capcom vi lascia una certa distanza dall’avatar, grazie alla sua telecamera in terza persona, in Dead Island dovrete vivere l’orrore in prima persona: non a caso abbiamo parlato di FPS.
La presenza quasi esclusiva di armi utili nel corpo a corpo, unita alla posizione della telecamera, crea subito una solida certezza e un remoto, ma pesante, dubbio. Da una parte la violenza di ogni scontro, la fisicità del recidere un arto, la brutalità nel vedere nervi e muscoli che si staccano dai flaccidi corpi degli zombi, sarà palpabile e mostrata senza alcuna censura. Non ci sarà una distanza di sicurezza come nell’avventura di Frank West, tantomeno gli stilizzati danni inferti dalle armi da fuoco di Left 4 Dead. In Dead Island ogni particolare verrà restituito con inedita precisione e forza drammatica. Manco ci si trovasse in uno spin-off di Hostel, il famoso film splatter prodotto da Tarantino, ogni ferita inferta verrà riprodotta in maniera maniacale e quasi feticista, rendendo l’avventura incredibilmente avvolgente e impattante. Dall’altra parte, tuttavia, è giusto dubitare della formula “telecamera in prima persona-combattimenti corpo a corpo”. Se già Mirror’s Edge, pur adempiendo magnificamente ai suoi doveri, aveva causato qualche problema di orientamento durante le fasi di lotta a mani nude, è giusto sollevare qualche perplessità circa l’abilità degli sviluppatori nel mantenere la situazione sempre chiara al videoplayer anche quando, circondato da zombie, correrà menando fendenti a destra e a manca in un concerto di arti fluttuanti e fontane di plasma.


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VACANZE DI CO-OP(PIA)
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Fin’ora del gioco è stato mostrato pochissimo, ma tanto basta per trarne ulteriori dettagli. Sebbene non sia ancora chiaro il procedimento, pare che nel corso dell’avventura potrete impersonare diversi clienti del resort rimasti inspiegabilmente immuni alla dilagante epidemia. Vestendo i panni di uno di questi superstiti, per quanto sia ancora ignoto se sarà una decisione che prenderete all’inizio del gioco o se sarete spinti a cambiare avatar anche nel corso dell’avventura, avrete il duplice compito di sopravvivere e di far luce su quanto è accaduto a Banoi. Così come viene rispettato il realismo in ambito figurativo e relativamente alla quasi totale assenza di armi da fuoco, anche il personaggio che impersonerete rappresenterà il classico uomo medio, poco avvezzo a carneficine a base di zombie. Ciò significa che nel corso delle prime ore di gioco avrete a che fare con avatar impacciati, deboli fisicamente e incapaci di utilizzare al meglio le armi che raccoglieranno nello scenario. Ne scaturirà così la componente RPG. Aumentando la vostra esperienza, uccisione dopo uccisione, migliorerete le statistiche di attacco e di agilità, così come imparerete nuove abilità da utilizzare tanto in combattimento, quanto in altre situazioni ancora avvolte nel mistero. Inoltre salendo di livello scoprirete insoliti utilizzi delle armi di fortuna che troverete nel resort e, tra le altre cose, imparerete persino a ripararle, dal momento che con l’utilizzo si rovinano, e a combinarle sfruttando i tavoli da lavoro sparsi nell’ambientazione. Anche qui le assonanze con Dead Rising si sprecano.
L’ultima nota relativa al gameplay riguarda la già annunciata modalità co-op online. Questa consentirà a quattro giocatori di collaborare per la sopravvivenza e sarà estremamente elastica, permettendo a chiunque di entrare e uscire liberamente dalla sessione già avviata. Purtroppo non ci è dato ancora sapere né se sarà prevista anche una co-op in locale, né se saranno previste modalità alternative.
Sfortunatamente è ancora troppo presto anche per sbilanciarci in merito all’effettiva potenza del Chrome Engine. Le immagini rilasciate fanno ben sperare soprattutto in termini di dettagli ambientali e poligonali, ma resta da vedere come si muoverà il tutto una volta sugli schermi dei vostri televisori.
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